La mattina del 9 dicembre, presso la “Sala Baracca” della Casa dell’Aviatore, si è svolto in grande stile il 18° Raduno dell’Aermacchi Pilot Club, associazione la cui finalità è quella di aggregare i piloti abilitati su velivoli Macchi/Aermacchi/Alenia Aermacchi mantenendone vive la storia, lo spirito e le tradizioni e rinsaldando vincoli di amicizia tra coloro che hanno volato sugli aerei dell’azienda aeronautica italiana poi confluita in Finmeccanica – Leonardo. A fare gli onori di casa, il Presidente dell’Aermacchi Pilot Club, Gen. S.A. (c) Giulio Mainini, peraltro Presidente Nazionale dell’Associazione Arma Aeronautica – Aviatori d’Italia. Presente in sala anche il suo predecessore alla guida del Sodalizio, il già Presidente Nazionale A.A.A. Gen. S.A. (r) Giovanni Sciandra. Nell’occasione è intervenuto il Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, Generale di Squadra Aerea Luca Goretti, al quale il Presidente Mainini ha consegnato la tessera dell’Aermacchi Pilot Club: il Generale Goretti ha ribadito come l’Associazione Arma Aeronautica sia parte integrante dell’Aeronautica Militare, un utile strumento informativo verso l’esterno, e in quanto tale abbia il massimo supporto della Forza Armata.
Il prof. Gregory Alegi, nel panel “Costruire piloti: quando gli americani si addestravano in Italia”, ha raccontato la poco nota storia dei cosiddetti “Foggiani”: giovani piloti statunitensi che si addestrarono al volo a Foggia nel 1917-1918 sotto il comando del cap. Fiorello La Guardia - oggi noto come lo storico sindaco di New York che diede il nome a uno degli aeroporti cittadini - per poi volare fianco a fianco con i piloti italiani delle Squadriglie di bombardieri Caproni sul fronte italiano nella Prima Guerra Mondiale. Benché l’aereo fosse stato inventato negli Stati Uniti, l’US Army aveva infatti pochissimi piloti addestrati: l’Italia accolse quindi i futuri aviatori dell’8th Aviation Instruction Center, facendo scoprir loro il brivido del volo e – nel complesso – facendo “respirare” agli americani l’idea del bombardamento strategico e il concetto di “potere aereo” di Giulio Douhet, da sempre nel pantheon dell’Associazione Arma Aeronautica, cosa che rese quell’esperienza un episodio fondamentale per l’identità stessa dell’USAF e che sancì la nascita di un legame fortissimo tra l’Aeronautica Militare italiana e l’Air Force statunitense. Degne di nota le uniche testimonianze raccolte da Alegi: documenti, relazioni e lettere che ci restituiscono un’immagine dell’Italia vista dagli americani dell’epoca, oltre al loro burrascoso rapporto coi Farman 14 e SIA 7.
L’ingegner Giuseppe Recchia della Divisione Velivoli di Leonardo e il Col. Gianfranco Liccardo, capo del V Ufficio del III Reparto – il quale ha portato i saluti del Gen. B.A. Luigi Casali, Capo S.M. del Comando delle Scuole dell'AM/3ª Regione Aerea – si sono occupati del mini-simposio “International Flight Training School: eccellenza nazionale per le sfide all’addestramento dei piloti di quarta e quinta generazione, garanzia di sicurezza e sostenibilità”. Frutto della partnership tra Aeronautica Militare e Leonardo S.p.A., la scuola di volo internazionale IFTS è il futuro punto di riferimento per l’addestramento al volo a partire dalla Fase IV (Advanced/Lead-In to Fighter Training), un centro avanzato avente come hub il 61° Stormo di Galatina e, a partire dalla prima metà del 2022, la base militare di Decimomannu, per la quale Leonardo sta realizzando il nuovo campus IFTS. L’industria nazionale passerà da integratore di sistemi a fornitore di servizi integrati: istruttori militari civili (ex piloti con background nella Forza Armata) formeranno i “next generation pilot” a bordo degli addestratori classici e avanzati T-345 e T-346A, in nome del mantra “train as you fight”, addestra come combatti. La sinergia tra mondo industriale e A.M., insieme alla nuova joint venture company LCAJT (Leonardo Company Advanced Jet Training) porterà a ricadute positive per la Puglia e la Sardegna. Valorizzare le potenzialità del territorio della regione Sardegna, con i suoi poligoni e i suoi spazi aerei, è imperativo anche per il Gen. Mainini: sarà proprio l’isola, ha ricordato il Presidente Nazionale, ad ospitare dal 20 al 22 maggio 2022 l’appuntamento per il raduno nazionale del 70° anniversario dell’Associazione Arma Aeronautica – Aviatori d’Italia. Sarà il primo raduno “fuori dalle acque” e dalla penisola, per l’A.A.A., con tanto di sfilata della Fanfara della 1a R.A. per “tingere di azzurro” Alghero, cogliendo l’occasione per commemorare il 79° anniversario del tragico bombardamento della città, nel maggio 1943.
Il capitolo “A.A.A. – Aviatori d’Italia: il D.A.A., progetti e programmi” è stato invece curato dal Gen. S.A. (r) Maurizio Lodovisi, che ha raccontato il lavoro immane di mappatura e recupero di reperti, materiali e velivoli da parte del Dipartimento Attività Aeronautiche dell’Associazione Arma Aeronautica. Il DAA ha effettuato numerosi interventi di recupero e restauro di velivoli-monumenti e “gate guardian” da esposizione, anche nel 2021: la riverniciatura del G-91T di proprietà dell’A.A.A. di Lumezzane a novembre, la pulizia dell’MB-326 del Comune di Roverbella a Luglio, il lavaggio e la messa in sicurezza di un G-91PAN e un F-104 dati in concessione dall’A.M. ai comuni di Gallarate e Velletri, la cura del raro velivolo P.136 a Lavino di Mezzo…tra gli scopi del DAA c’è anche il recuperare e centralizzare il materiale storico, assistendo la sede deputata dell’Aeronautica Militare a Piacenza. Relitti di velivoli storici recuperati da privati possono essere quindi esposti in mostra statica o addirittura ripristinati al volo: tra questi, un T-6, un P.148 e un G-91R, rimesso in condizioni di volo in collaborazione con l’Arma Azzurra. Alcuni, se non tutti questi velivoli, insieme a repliche realizzate ad hoc, dovrebbero tornare a volare in tempo per il centenario dell’Aeronautica Militare nel 2023. Uno dei compiti del D.A.A. dell’A.A.A. – Aviatori d’Italia è proprio quello di federare costruttori e proprietari in vista del centesimo anniversario della Forza Armata, con il “Team Legend”, una formazione di storici addestratori pilotati da civili e militari, repliche e originali restaurati, che ha recentemente volato anche all’Air Show di Rivolto il 18 e 19 settembre per il 60° compleanno delle Frecce Tricolori. Il D.A.A. assiste inoltre costruttori amatoriali, anche per le certificazioni: è infatti tra i massimi esperti nelle procedure di ricostruzione e certificazione ENAC-CAA. Il Dipartimento infine divulga la cultura aeronautica e la sua tradizione anche in ambito scolastico, mediante conferenze, corsi, master specialistici di 2° livello su argomenti aeronautici (ad esempio, sul sistema di gestione del post incidente aereo con l’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo) e seminari di sopravvivenza in acqua e in luoghi impervi o per divulgare il concetto di sicurezza del volo con il Progetto “Volare Sicuri” del Gen. D.A. (c) Carlo Landi, scambiando esperienze con operatori non professionisti, tramite webinar per piloti A.G. e V.d.S., insegnando ai giornalisti il linguaggio settoriale adatto con attività formative insieme all’OdG Lazio e collaborando con “Aeronautica”, il periodico sociale A.A.A., con la rubrica ricorrente “Dai campi di volo…”. Obiettivo, agevolare le attività di volo esclusivamente presso strutture controllate e certificate. Il Presidente Mainini ha ribadito come il D.A.A. dell’Associazione sia un importante mezzo per diffondere la cultura dell’aviazione in generale e la passione per il mondo del volo, a prescindere dal legame o meno con l’A.M., col quale lavora però in grande sinergia, ed ha inoltre menzionato un C-22J in un magazzino a Torricola, affidato ad una ditta di droni, tra i velivoli che torneranno a solcare i cieli nel 100° compleanno dell’Aeronautica.
“FCAS Tempest: l’A.M. nella sesta generazione” è invece l’argomento di cui si sono occupati l’ing. Cristiano Montrucchio di Leonardo Div. Velivoli ed il Col. Gianmarco Di Loreto del III Reparto A.M., membro del “Team Tempest”. Il Future Combat Air System (FCAS) Tempest è il futuro caccia di 6a generazione che dovrebbe vedere la luce tra il 2035 e il 2040. Questo velivolo da combattimento del domani sarà capace di effettuare “Multi Domain Operations”: operazioni militari integrate “multi-dominio”, in più domini contemporaneamente, finalizzate a generare effetti sincroni in ambiente operativo ad una velocità tale da renderli, in uno specifico lasso di tempo, capaci di saturare l’avversario presentando un dilemma di priorità difensiva e rallentandone i processi di Comando & Controllo, avvantaggiando così le Forze amiche. Un sistema di sistemi interoperabile, che agirà come la tessera di un mosaico composto da piattaforme connesse, pilotate e non pilotate, dotato di elevata potenza di calcolo, sensoristica avanzata ed “effettori”, effettuando efficaci operazioni aerospaziali e nei domini di cielo, terra, mare e cyber, con un mix bilanciato di capacità di sopravvivenza, persistenza e letalità. Il Tempest avrà una situation awareness a 360°, all’interno di un combat cloud, e Leonardo fornirà un laboratorio di simulazione avanzata PC2LAB-T con tecnologia VR, MR ed AR, simulatori “Powered Mockup” e “6th generation plot station”, generatori di scenari ed una gestione via terra di elementi unmanned, insieme ad un “Pilot Digital Assistant”, un sistema di supporto al pilota basato su tecnologie Artificial Intelligence/Machine Learning.
Prima dei saluti finali, occasione per scambiare gli auguri per le festività, il Presidente Mainini ha chiamato il leggendario Olinto Cecconello a raccontare la propria esperienza, basata su migliaia e migliaia di ore di volo, dall’Italia alla Polonia: capo pilota collaudatore dell’Aermacchi, ha dato il battesimo del fuoco (e del volo) a svariati prototipi, dall’M311 al celebre M-346, primo volo a Venegono nel 2003: proprio da quel caccia è tratto il velivolo da addestramento T-346A, capace di superare la barriera del suono, che sarà impiegato per formare i piloti dell’IFTS a Decimomannu. Piccola curiosità, è padre di un “figlio d’arte”, Leonardo, che si esibisce insieme ai “Truzzi Volanti”, piloti acrobatici varesini apparsi anche nel programma di Canale 5 “Italia’s Got Talent”.
Foto: Santo Cucè
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