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Sapienza – AISAM - Aeronautica Militare: in presenza la 72a Giornata Meteorologica Mondiale del 2022

A cura di Massimo Sestili


Torna finalmente in presenza la Giornata Meteorologica Mondiale per la sua 72a edizione. La Giornata Meteorologica Mondiale è una manifestazione promossa dall’OMM - Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO - World Meteorological Organization), per ricordare la sua istituzione in seno all’ONU, avvenuta nel 23 marzo 1950. Dal 2017 AISAM - Associazione Italiana di Scienze dell’Atmosfera e Meteorologia, insieme all’Università di Roma “La Sapienza”, ha ripreso a celebrare la ricorrenza con un evento divenuto ormai un appuntamento particolarmente atteso da parte della comunità scientifica e di settore, ma anche dai non addetti ai lavori. A causa dell’emergenza pandemica da Covid-19, nel 2020 la Giornata Meteorologica Mondiale italiana AISAM-Sapienza non si svolse, mentre lo scorso anno è stata organizzata solo in modalità telematica. Grandi aspettative, quindi, per la celebrazione della GMM 2022 del 23 marzo, tenutasi sia in presenza, presso l’Aula Magna della Città Universitaria de La Sapienza, sia in diretta streaming, sul canale YouTube dell’Università. Tra gli organizzatori e moderatori dell’evento, come al solito, abbiamo ritrovato Frank Marzano (AISAM – Sapienza) e Anna Maria Siani (Sapienza Università di Roma), accompagnati da Sergio Pisani, Colonnello dell’Aeronautica Militare e volto storico delle rubriche meteo della Rai con oltre 45 anni di esperienza sul tema, Vice Presidente e già Segretario di AISAM. La Giornata si è svolta con il patrocinio dell’OMM / WMO, dell’Aeronautica Militare e del Servizio Meteorologico dell’A.M., della Regione Lazio e dell’ANP Lazio (Associazione Nazionale Presidi - dirigenti pubblici e alte professionalità della scuola). L’iniziativa si è svolta con la collaborazione di AIAM (Associazione Italiana di AgroMeteorologia), SISC (Società Italiana di Scienze del Clima) ed ASNACODI Italia e Servizi (Associazione Nazionale ConDifesa/Consorzi Difesa) e con il supporto di IEEE Geoscience and Remote Sensing Society, ELDES - Radar systems for Meteorology and Defence, VAISALA, Eurelettronica ICAS, GILL Lombard & Marozzini. Media partner della GMM2022 è stata Rai Pubblica Utilità.


Il tema scelto dall’OMM per il 2022 è “Allertamento e azione tempestiva. Informazioni idrometeorologiche e climatiche per la riduzione del rischio di catastrofi”: Early Warning ed Early Action. Che si tratti di prevenire disastri naturali causati da eventi meteorologici estremi, di gestire emergenze improvvise o pianificare politiche ambientali, i dati e le previsioni meteorologiche sono oggi indispensabili: dall’ambiente, ai trasporti, dall’energia, all’agricoltura fino alla sicurezza. Per poter prendere decisioni adeguate e rapide è importante sapere che tempo farà e su questo hanno dibattuto i relatori partecipanti all’evento: rappresentanti del mondo della meteorologia e della climatologia ma anche delle Istituzioni, della protezione civile e della gestione emergenziale. Come spiegato dagli organizzatori, per essere pronti occorre essere consapevoli, saper discernere tra allerta e allarme, tra rischio e pericolo, tra tempo e clima, tra previsione ed osservazione, riuscendo a sfruttare le incertezze e le imprevedibilità per evolversi e migliorare, in base ad un concetto analogo a quello, ormai forse quasi abusato, di “resilienza”, che anzi riesce ad ampliare: l’”antifragilità”. Ciò che è resiliente si “limita” a resistere a shock e batoste senza destabilizzarsi e tornando in equilibrio, restando uguale a sé stesso, mentre l’antifragile riesce ad imparare dalle casualità, dalle avversità e dalle esperienze dolorose o traumatiche, traendone profitto per cambiare e diventare più forte di prima. Tra gli ospiti d’onore del convegno, il direttore del Dipartimento di Fisica della Sapienza Università di Roma Shahram Rahatlou, il Direttore del CERI (Centro di Ricerca Interdipartimentale dell’Università Sapienza per la Previsione e Controllo dei Rischi Geologici) e presidente della Commissione Nazionale dei Grandi Rischi Gabriele Scarascia Mugnozza, la presidentessa dell’ANP Lazio Cristina Costarelli, la presidentessa Associazione Italiana di AgroMeteorologia – AIAM Francesca Ventura, il presidente del SISC professor Riccardo Valentini ed il direttore di Rai Pubblica Utilità Giuseppe Sangiovanni. È intervenuto anche il Gen. B. Luca Baione dello Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, rappresentante permanente per l’Italia presso l’Organizzazione Meteorologica Mondiale: il generale ha spiegato la complessità del poter prevedere, prevenire e conoscere i mutamenti di meteo e clima, ricordando l’istituzione alla fine del 2017 del Comitato di Indirizzo per la Meteorologia e Climatologia. Le istituzioni che siedono a tale Comitato, ove sono rappresentate anche tutte le professionalità accademiche del mondo della scienza e della ricerca, svolgono un’azione di indirizzo, coordinamento, supervisione e ottimizzazione, prima ancora di sviluppare e rendere alla collettività nazionale le capacità richieste. Il generale, che in quanto rappresentante di Difesa e AM sia presso il WMO che presso il Comitato di Indirizzo da cui trae mandato, ritiene un buon auspicio la fortunata coincidenza della recente approvazione, a febbraio, di una legge costituzionale che per la prima volta dal 1947 modifica i principi della Costituzione aggiungendo la tutela di ambiente, ecosistemi e biodiversità, anche nell’interesse delle future generazioni, unitamente alla ripresa dei lavori del Comitato, che ha ritrovato un rinnovato impulso a seguito della nomina come coordinatrice della dottoressa Titti Postiglione.


E proprio Titti Postiglione, Vice Capo del DPC - Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che in questi giorni è impegnata nell’assistenza alla popolazione dell’Ucraina per la nota emergenza, ha inaugurato la sessione delle relazioni tematiche con l’argomento “Si può prevenire il rischio? Le buone pratiche di Protezione Civile”. La dott.ssa Postiglione, che ha peraltro una formazione da geologa, ha spiegato che la prevenzione – di qualsiasi scenario rischioso, meteorologico e non - non comporta sempre e solo opere complesse, interventi strutturali e l’impiego di ingenti risorse economiche, ma che può anzi manifestarsi in forme molto più facilmente realizzabili, di rapida attuazione e poco costose, mediante senz’altro pianificazione, addestramento, formazione e consapevolezza dei rischi, ma anche tramite l’adozione di buone pratiche di comportamento, non solo in situazioni di emergenza, ma anche nelle scelte quotidiane per ridurre rischi futuri. Il cittadino può essere un inaspettato attore protagonista in questo, accettando ogni tanto di cedere un pezzetto di libertà per ridurre il rischio, ma necessita di essere informato grazie ad una comunicazione efficace ed il più possibile intuitiva, evitando inutili complicazioni. La dottoressa Postiglione ha infine portato i saluti del capo del DPC Fabrizio Curcio.


Ha presenziato all’evento anche il Col. Adriano Raspanti dell’Aeronautica Militare, già vicedirettore del CNMCA (Centro Nazionale di Meteorologia e Climatologia Aeronautica) e comandante del COMET (Centro Operativo per la Meteorologia) a Pratica di Mare, insegnante in svariati corsi per ufficiali e sottufficiali meteorologici, oggi Capo Ufficio Meteorologia dell’Ufficio Generale Aviazione Militare e Meteorologia dello SMA, è il “decano” dei meteorologi – perlomeno di quelli in servizio, precisa, altrimenti il “primato” andrebbe al professor Vittorio Cantù, socio onorario AISAM. Il Colonnello ha quindi animato il panel intitolato “Tempestività o prevenzione? I programmi dell’OMM come scudo ai disastri naturali”. Gli eventi meteorologici estremi sono infatti osservati, sorvegliati e se possibile anticipati tramite i programmi di organizzazione, standardizzazione e regolamentazione, ma esiste anche una seconda categoria-pilastro OMM, ossia i programmi di “Capacity Building”, che mirano alla costruzione di consapevolezza e capacità tecniche e gestionale nei paesi meno sviluppati per assisterli nell’ottenere un livello minimo di operatività meteorologica e climatologica. Per la sua peculiare morfologia l’Italia, come è noto, è un crocevia di perturbazioni atlantiche, africane e artiche, spesso è sottoposta a fenomeni violenti, concentrati nel tempo e nello spazio o persistenti e diffusi in zone più ampie: ciò nonostante, o forse proprio per questo, il Col. Raspanti ha precisato che il nostro Paese non parte da zero, per quanto riguarda la prevenzione e pianificazione, la mitigazione e preparazione, la resilienza per ricostruire “meglio” e implementare, dato che il sistema di Protezione Civile italiano supportato dai Centri Funzionali regionali e dal Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare è riconosciuto nel mondo come un’eccellenza. Ma – ha aggiunto – questo non basta: è necessaria la consapevolezza da parte di tutte le entità pubbliche, private, nazionali, regionali e locali, preposte alla protezione dell’ambiente, del territorio e delle persone, e l’impegno della ricerca scientifica e tecnologica, affinché ci si convinca che le risorse spese oggi in pianificazione e prevenzione, monitoraggio e previsione potranno evitare nel futuro di dover tempestivamente riparare ad un’emergenza catastrofica. Perché ogni singola vita rappresenta, di per sé, un valore inestimabile, e solo una governance ad alto livello potrà guidare e coordinare tutti questi processi così complessi e queste attività preventive così interconnesse.


La presentazione della Dottoressa Erika Coppola, coordinatrice del gruppo di idrologia climatica dell’Abdus Salam international Centre of Theoretical Physics di Trieste e membro dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change - Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico), era intitolata “Cosa cambia nel clima europeo e nel bacino del Mediterraneo all’aumentare del riscaldamento globale?”: un focus su una regione “hot spot” ove si verificano più eventi meteo-indotti in contemporanea. I recenti cambiamenti del clima sono diffusi, rapidi e in aumento, senza precedenti in migliaia di anni per quanto riguarda il rialzamento del livello del mare, l’abbassamento del ghiaccio marino artico, il ritiro dei ghiacciai e – per quanto riguarda la concentrazione di CO2 massimo – senza pari addirittura in milioni di anni. Si osservano sempre più frequentemente eventi estremi come calore eccessivo, pioggia forte, siccità, condizioni climatiche favorevoli agli incendi, riscaldamento degli oceani e aumento della loro acidità. L’influenza dell’uomo sul clima è inequivocabile ed ogni piccolo aumento del riscaldamento globale comporterà un aumento dei rischi. Con molta franchezza, la dott.ssa Coppola ha spiegato che da alcuni cambiamenti del sistema climatico (come l’aumento delle temperature oceaniche, lo scioglimento della calotta glaciale della Groenlandia e l’innalzamento del livello del mare) non si potrà tornare indietro a prescindere: ciò nonostante, non tutto è perduto ed alcuni cambiamenti potrebbero essere rallentati e addirittura fermati se riuscissimo al più presto a limitare il riscaldamento raggiungendo l’obiettivo di emissioni zero di CO2. Il clima europeo che sperimenteremo in futuro dipenderà dalle nostre decisioni odierne.


Altra interessante relazione, quella del Dottor Carlo Cacciamani, già coordinatore del Comitato di Indirizzo ed oggi nominato dal Presidente della Repubblica alla guida dell’Agenzia Nazionale per la Meteorologia e Climatologia, istituita con la legge 205 del 2017 e denominata “ItaliaMeteo”. Presentando l’argomento “Perché la meteorologia è importante per ridurre il rischio? Il ruolo della nuova Agenzia ItaliaMeteo”, Cacciamani ha raccontato l’iter che ha portato alla nascita dell’Agenzia, con sede a Bologna, che coordina le attività meteorologiche e climatologiche a supporto della Protezione Civile, della tutela di salute e ambiente e della politica agricola. ItaliaMeteo, ha spiegato, è il riferimento ufficiale dei dati meteorologici italiani, di cui stabilisce la “policy”, accentrandoli e ridistribuendoli agli Enti Meteo, ossia amministrazioni pubbliche con le quali stipula convenzioni e svolge le attività, coordinandole. L’Agenzia svolge le funzioni di servizio meteorologico nazionale previste dall’OMM, che si aggiunge al servizio meteorologico dell’A.M., col quale collabora in maniera fortissima, come del resto avviene – ha aggiunto Cacciamani - in tutta Europa tra i servizi meteo civili e militari. L’Agenzia ItaliaMeteo, inoltre, sviluppa e distribuisce prodotti e servizi di previsione, valutazione, monitoraggio e sorveglianza meteorologica e meteo-marina, fornendo standard uniformi ottimali per le reti osservative. Cacciamani ha voluto soffermarsi su cosa occorre migliorare: sicuramente sono necessarie previsioni Meteo & Idro più accurate per gestire l’incertezza, questo perché “se tutte le previsioni sono incerte, alcune lo sono di più”, in particolar modo i fenomeni atmosferici a piccola scala, di entità a loro volta non certa. Essi non sono predicibili se non con un tempo di preannuncio di qualche ora o anche meno: i tornado, ad esempio, sono impossibili da prevedere se non mezz’ora o pochi minuti prima che si verifichino. Sempre più importanza avrà il saper garantire e migliorare la qualità delle reti di monitoraggio, quindi. E con l’aumentare di eventi idrometeo estremi come la grandine gigante, occorre valutare la pericolosità, pianificare, imparare dagli altri, coinvolgere i cittadini, informare la popolazione sugli scenari di rischio e le norme di comportamento, rafforzare il senso di comunità, condividere dati, saper raccontare e comunicare ai cittadini, riducendo i tempi di trasmissione usando nuove tecnologie e linguaggi di comunicazione più idonei per una narrazione più comprensibile, come già spiegato da Titti Postiglione, che aveva menzionato il nuovo codice di allerta a colori, sicuramente di più immediata comprensione. Una miglior gestione del rischio si può sicuramente ottenere con una maggiore partecipazione dei cittadini: non serve banalizzare concetti complessi, quando si intende informarli, bensì bisogna riuscire a raccontare la complessità in maniera semplice. A tal scopo è utile anche la formazione, scolastica e non: Cacciamani ha quindi salutato con piacere la presenza dei rappresentanti delle scuole all’evento.


Le conclusioni sono state affidate a Dino Zardi, presidente AISAM. Seppur lentamente, ha spiegato, il sistema della meteorologia italiana si muove, sono nate istituzioni e iniziative nuove. Tra le parole chiave della giornata: “nuove / future generazioni”; l’equazione “Rischio = Hazard x Esposizione x Pericolosità / Capacità”, allorché l’unico modo per ridurre il rischio è aumentare il denominatore, la capacità; la catena “prevedere, prevenire, comunicare, gestire l’incertezza”, verificando e valutando la previsione; “imprese private”, poiché sta crescendo anche una meteorologia privata che fa parte a pieno titolo del sistema, e che può lavorare al meglio se le vengono forniti i “binari” su cui viaggiare, con dati aperti a disposizione; “Capacity building”, l’aumentare la capacità di sistema usando bene le risorse a disposizione; “L’unione delle forze”, rappresentata dall’Agenzia ItaliaMeteo, sotto la regia del Comitato di Indirizzo per Meteorologia e Climatologia; “Scuole, Università e Associazioni”, l’humus nel quale si ritrovano tutte le realtà meteo. Gli organizzatori han dedicato con commozione l’evento alla memoria del recentemente scomparso Marco Cacciani, una vita (scientifica) spesa per la Fisica dell’Atmosfera. Il prof. Cacciani co-fondò la Laurea Magistrale in Scienze e Tecnologie dell’Atmosfera: uno spirito critico, pieno di passione ed empatia.


Il video integrale dell’evento è consultabile al seguente link:




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