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Cerimonia per la commemorazione dei Caduti AM con ANFCMA e A.A.A. – Aviatori d’Italia

È ormai diventata un’annuale consuetudine la celebrazione religiosa curata ogni 1° novembre dall’Associazione Nazionale Famiglie Caduti e Mutilati dell’Aeronautica, presso il Tempio Sacrario dell’Aeronautica Militare al cimitero del Verano.


Anche quest’anno le modalità di svolgimento dell’evento hanno dovuto tener conto delle restrizioni imposte dall’emergenza Covid-19, con la limitazione del numero dei posti disponibili all’interno del Sacrario A.M.: nessuna particolare limitazione, tuttavia, per chi intendeva assistere alla cerimonia sostando nell’area all’aperto antistante il tempio.


Non poteva mancare l’Associazione Arma Aeronautica – Aviatori d’Italia, con una delegazione di Soci e il proprio Labaro: in rappresentanza del Presidente Nazionale, il Gen. S.A. (c) Giulio Mainini, ha partecipato il Segretario Generale Gen. Div. (r) Rinaldo Sestili.


Durante la celebrazione della Santa Messa è stata data lettura della Preghiera dell’Aviatore e della Preghiera Ufficiale dell’ANFCMA. Successivamente, i presenti si sono trasferiti presso il Monumento alle Aquile per la deposizione delle corone d’alloro e l’accensione della Lampada della Fraternità.


Questa occasione di commemorazione dei Caduti dell’Arma Azzurra è stato inoltre il primo evento a cui ha partecipato il Generale di Squadra Aerea Luca Goretti nel suo nuovo ruolo di Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, accolto dal Presidente Nazionale A.N.F.C.M.A., il Gen. S.A. (r) Tiziano Tosi.


Il neo-Capo di S.M.A., unitamente al Segretario Generale dell’A.A.A. – Aviatori d’Italia intervenuto in rappresentanza del Presidente Nazionale, ha quindi reso omaggio alla tomba del generale Giulio Douhet, teorico del potere aereo, autore del libro “Il dominio dell’aria” e figura fondamentale per il nostro Sodalizio, la cui sede nazionale a Roma è proprio situata nel suo Villino.


Questa l’iscrizione scolpita sulla tomba, ad opera della moglie Teresa “Gina” Casalis, donna eccezionale e punto fermo nella vita del Generale Douhet: «Anima e cuore di soldato italiano spirito colto geniale lungimirante fin dai primi tentativi dell’aviazione intravide l’ineluttabile avvento delle armate del cielo e per la patria una ne invocò strenuamente con gli scritti e con la parola sprezzando ogni personale interesse. Di ogni ideale umano e patriottico fervidamente pervaso primo in Italia e fuori il culto del milite ignoto propose. Doveva triste destino del genio chiudere la vita perché le sue idee fossero attuate e fosse proclamato maestro. MCMXXX – La vedova orgogliosa».



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